Tra gli episodi decisivi nella guerra franco-prussiana combattuta nel 1870-71, che ebbe come premessa l’azione politico-diplomatica di Bismark, vi fu l’assedio di Parigi. La sconfitta della Francia causò la fine dell’impero di Napoleone III e la proclamazione dell’Impero tedesco avvenuta nella Sala degli Specchi di Versailles (18 gennaio 1871).
Il pittore Carlo Nogaro (Asti, 1837 – Francport, 1931) riuscì a raccontare una pagina drammatica dell’assedio nella straordinaria tela di ambito realista che i visitatori possono ammirare al secondo piano di Palazzo Mazzetti: “Ritirata da Parigi. Ambulanza italiana”.
Il grande dipinto appartiene alla donazione che l’artista volle fare alla Città di Asti nel 1919. Il cospicuo nucleo di dipinti, disegni e bozzetti documenta aspetti della vita e dell’attività di Nogaro, dagli anni della formazione (con le riprese dal vero del paesaggio piemontese e laziale) al periodo in cui fu impegnato in Francia come pittore e decoratore per gli interni degli appartamenti della ricca borghesia di Parigi, dei palazzi e dei castelli nonché dei Café-Chantant e dell’Ippodromo.
Dopo il felice periodo trascorso nella campagna laziale, Nogaro trascorse un breve periodo ad Asti ma le precarie condizioni lavorative lo costrinsero ad abbandonare la città Natale e a scegliere l’avventura. Fu in Algeria, dove ebbe incarichi dalla Camera di Commercio di Costantina, poi seguì le truppe francesi in Centro Africa nelle vesti di disegnatore per il giornale parigino “l’Illustration”.
La guerra prussiana interruppe il brillante avvio di carriera dell’astigiano, trasferitosi a Parigi alla fine del 1866. Datata 1872 e dipinta in studio, l’opera si riferisce all’esperienza vissuta personalmente dall’artista durante il conflitto del 1870, quando egli prestò assistenza ai feriti del Teatro Italiano di Parigi. I ritratti e i nomi dei 15 artisti e musicisti che formavano l’ambulanza italiana sono raffigurati sulla targhetta in legno dorato che Nogaro dipinse sul posto “alle ore 16” e che fungeva da didascalia alla tela. Accanto ai nomi compaiono le città di provenienza degli effigiati fra cui Trieste, Padova, Firenze, Bologna, mentre per l’incisore messinese Cucinotta l’iscrizione ricorda il tragico appuntamento con il destino: “fucilato per sbaglio all’entrata delle truppe a Parigi”.
L’opera è fra quelle più convincenti per la drammatica resa del paesaggio di Noisy-le-Sec, allora sede di una delle fortificazioni cittadine. Il tragico e straordinario panorama di guerra è basato su due colori: il bianco e il grigio. Sulla tragica distesa di neve si muovono le piccole figure e spiccano i verdi e i rossi delle bandiere e delle croci della carovana italiana, mentre il cielo immenso lascia scorgere i bagliori delle artiglierie.
Il dipinto si colloca nell’ambito della pittura realista soprattutto per la dimensione prospettica. La profondità della scena bellica è accentuata, inoltre, dalle vie percorse dalle guarnigioni e da quella centrale su cui sostano i carri dell’ambulanza. L’altezza del punto di vista scelto da Nogaro e l’ampiezza della visuale risentono della fotografia. L’astigiano Nogaro si è ritratto nella penombra dell’ambulanza, nell’atto di aiutare i barellieri che sollevano un soldato ferito.