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GIUSEPPE MARIA BONZANIGO: SCULTORE REGIO

L’ebanista prediletto dei Savoia

È ad Asti che ebbe i natali e la bottega uno dei più apprezzati ebanisti al mondo.
Figlio di uno stipettaio bellinzonese, Giuseppe Maria Bonzanigo, nacque il 6 settembre 1745 e collocò il suo atelier nei pressi della collegiata di San Secondo.
Autore di arredi, come quelli per Stupinigi e Palazzo Reale a Torino, divenne famoso soprattutto per le micro-sculture in stile Luigi XVI.
Come maître sculpteur presso i Savoia, a partire dal 1775, realizzò mobili sia per il principe Carlo Emanuele che per la sorella del re, Madama Felicita. Non fu soltanto esecutore, ma direttore creativo.
Nominato nel 1787 scultore regio di Vittorio Amedeo III, egli ottenne importanti commissioni ed un ingaggio di 200 lire l’anno.
La fama dell’ebanista crebbe sotto il regime napoleonico, ma anche dopo il Congresso di Vienna, durante la Restaurazione, mantenne l’attività di scultore dei Reali Palazzi.

La collezione di 62 micro-sculture custodita a Palazzo Mazzetti è la più grande dopo quella di Palazzo Reale a Torino ed è costituita dalle donazioni di Giovanni Montersino, dell’avvocato Secondo Pia, di Giovanni Battista Longo e del Generale Maggiora Vergano.

Lo stile Luigi XVI

Bonzanigo utilizzava legni di differenti tipologie (tra cui il pero), ognuna con la propria consistenza e tonalità, e lavorava con l’aiuto di strumenti di piccolissime dimensioni da lui realizzati; talvolta la stessa opera presentava sia parti in legno che in preziosissimo avorio.
Tra i temi presenti nelle collezioni civiche astigiane vi sono quelli allegorici, mitologici, floreali e funebri; spesso si tratta di raffinate decorazioni per tabacchiere, ma sono presenti anche uno specchio ed una spilla.
Tra i soggetti mitologici spicca “Selene ed Endimione”: un cielo notturno stellato fa da sfondo alla dea della luna, accompagnata dal vivace cane con la testa all’insù, e dal pastore Endimione di cui era innamorata; le figure presentano un morbido modellato ed il tema è lo stesso riprodotto nell’affresco del 1684 situato nella sala dell’alcova di Palazzo Mazzetti come augurio di ampia discendenza per i conti.

 

L’autoritratto dell’artista che appartenne a Guggenheim ed il tema funebre

A fine Settecento Giuseppe Maria si dedicò soprattutto alla realizzazione di micro-sculture di 8-9 cm, in particolare ritratti caratterizzati da un “caldo e cordiale naturalismo”; un esempio sono quelli di Vittorio
Amedeo III e Carolina Meynier custoditi al piano nobile di Palazzo Mazzetti, ma pure l’autoritratto di Bonzanigo in età matura che fu di proprietà di Moisè Michelangelo Guggenheim e che funse da modello per la lapide commemorativa in piazza Roma realizzata dallo scultore astigiano Materno Giribaldi.
Una delle ultime creazioni dell’artista prima della morte nel 1820, fu il Monumento funebre per Michelangelo del 1819, mentre pare sia andato perduto quello raffigurante  la tomba del concittadino Vittorio Alfieri in Santa Croce.

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